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Prima conferenza nel mondo/ il documento dell'Istituto Italiano Fernando Santi

ROMA- Sabato 16 dicembre si è svolta a Roma, un’assemblea promossa dall’Istituto Italiano Fernando Santi, presieduto da Luciano Luciani. Nel corso della riunione, svoltasi nei locali di Via Donna Olimpia 30, è stato fatto un bilancio dei lavori della Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo, e sono state affrontate questioni urgenti riguardanti i Comites, il CGIE, i ruoli dell’associazionismo, delle Regioni, dei partiti, la partecipazione e la democrazia partecipativa in emigrazione, nonché il voto degli italiani all’estero e le prossime elezioni politiche. Al termine dell’assemblea è stato approvato un Documento. 
<<L'Istituto Italiano Fernando Santi – si legge nel documento - apprezza l'impegno del Comitato Organizzatore della Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo per assicurare il più ampio coinvolgimento delle collettività italiane all'estero attraverso gli incontri preparatori, nonché gli elaborati e i documenti risultanti dai lavori delle Preconferenze Continentali, delle Commissioni di lavoro della Prima Conferenza e della Commissione per la stesura del documento finale>>. Tuttavia, l’Istituto rileva che <<il ruolo guida, assunto e mantenuto nel corso del tempo dal Ministero degli Affari Esteri, nella direzione e nel coordinamento delle iniziative a favore degli italiani all'estero, come nella preparazione e nella gestione della Prima Conferenza, ha finito per comprimere il ruolo delle altre Amministrazioni del Governo Centrale e quello delle Regioni e degli Enti Locali, nonché per contenere la ricerca e l'individuazione di idonei strumenti istituzionali che si impongono al fine di assicurare il coordinamento e il potenziamento delle attività promozionali svolte da parte del Governo Nazionale, dalle Regioni e dagli Enti Locali Italiani in materia di politiche attive del lavoro, di politiche giovanili, di politiche sociali, di sport, di turismo, di commercio, di rapporti economici e di cooperazione internazionale>>. 
<<Hanno trovato, pertanto, puntuale conferma - prosegue il documento - le preoccupazioni espresse dal Coordinamento delle Regioni e delle Provincie Autonome, contenute nel documento redatto in data 2-3 febbraio 2000, anche in ordine al "prevalere di una visione centralista nella gestione di un passaggio così delicato e importante del rapporto con gli italiani nel mondo">>. <<Dinanzi all'entità del fenomeno migratorio italiano nel mondo si rende necessario che tale realtà venga riguardata nella sua complessa articolazione, sia sul versante dell'integrazione nei Paesi di residenza che su quello dei rientri, recuperando, in uno con i problemi della disoccupazione, dello sviluppo sociale e del sottosviluppo, centralità nelle politiche d'intervento delle diverse istituzioni italiane>>. <<In tale contesto appare opportuno, a distanza di alcuni anni – si puntualizza nel documento -, riconsiderare la previsione, nel Bilancio annuale dello Stato, del Fondo Nazionale per l'attivazione e il coordinamento delle politiche d'intervento, da parte dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali, nei confronti delle comunità italiane all'estero, anche al fine di evitare il proliferare di iniziative non coordinate e il disperdersi di risorse>>. 
<<Le risorse esistenti – a parere dell’Istituto - debbono essere localizzate e finalizzate strategicamente da una più alta Autorità di Governo, idonea a coinvolgere pienamente e a valorizzare istituzioni, strutture e funzionari dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali, in luogo del prevalere, come in atto, delle strutture del Ministero degli Affari Esteri e del personale diplomatico, il quale nei Paesi esteri deve rappresentare ed esprimere essenzialmente l'azione e l'articolazione della Pubblica Amministrazione italiana nel suo complesso>>. 
L'Istituto Italiano Fernando Santi rileva, infine, che <<pur essendo state poste al centro del dibattito questioni estremamente importanti, quali l'esercizio del voto da parte degli italiani all'estero - lasciando equivocamente irrisolte le scelte relative alle modalità di rappresentanza nel Parlamento italiano - sono apparsi assolutamente insufficienti, nel corso dei lavori preparatori e nella Prima Conferenza, sia i riferimenti relativi al ruolo dell'Associazionismo - che resta il collegamento essenziale delle diverse comunità - che quelli riguardanti il ruolo dei Consultori regionali, dei rappresentanti delle Associazioni, dei Sindacati e dei Patronati, i quali tutti costituiscono realtà fondamentali per raccogliere e valorizzare le significative esperienze sin qui maturate>>.

(aise)

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