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Luciano Luciani, Presidente dell’Istituto Italiano Fernando Santi e dell’Istituto Regionale Siciliano, presente a Tunisi in occasione della presentazione del programma e del Forum del partenariato Italia-Tunisia 2007-2013.

Il Presidente Luciani, intervistato dal Corriere di Tunisi, ha dichiarato a seguito della presentazione del programma e del Forum del partenariato Italia-Tunisia 2007-2013 a Tunisi quanto segue. Il Programma ENPI Italia-Tunisia 2007-2013 ha un budget di circa 25 milioni Euro e consentirà di potenziare e migliorare la qualità dei rapporti di cooperazione tra i due paesi. E’ in atto un primo bando in scadenza l’1 febbraio 2010 che riguarda tre priorità: sviluppo e integrazione regionale, promozione dello sviluppo sostenibile e cooperazione culturale e scientifica - appoggio al tessuto associativo. Queste tre priorità contengono complessivamente dieci misure di intervento. L’Istituto Italiano Fernando Santi è in contatto in Tunisia con le Associazioni che si occupano dei tunisini all’estero e quelle che operano nel sociale per valorizzare il ruolo delle comunità tunisine in Sicilia e quello delle associazioni operanti in Tunisia a loro favore. Con l’Associazione degli Albergatori della Tunisia, assieme alla quale l’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi ha costituito l’Associazione Intermediterranea per il Turismo avente sede a Rimini e che comprende altri 16 partners di diversi paesi, si pensa di poter promuovere attività corsuali e seminariali che riguardano i temi della sicurezza ambientale e della sicurezza alimentare. Inoltre l’Istituto Italiano Fernando Santi è in contatto con l’Association d’Amitié Tunisie-Italie, il cui Segretario Generale Dridi Abderrazek ha lavorato a lungo a favore delle comunità tunisine in Sicilia prestando la sua opera presso il Consolato Generale a Palermo, alla quale fanno capo diverse associazioni che operano nel sociale e a favore dei tunisini nel mondo. Il progetto coinvolgerà inoltre le Associazioni del Governatorato di Tunisi e quello di Nabeul, nonchè altre organizzazioni, quali l’ISET di Nabeul, “Le groupement interprofessionnel des produits de la pêche”, l’“Union tunisienne de l’agricolture et de la pêche”, l’Istituto per la Ricerca Veterinaria. I progetti che non riusciremo a redigere entro il 1 febbraio saranno oggetto della progettazione con il prossimo bando ENPI CBCMED, la cui pubblicazione è prevista presumibilmente per il mese di maggio 2010. Per quanto riguarda il COMITES di Tunisi il dott. Luciani ha precisato che la questione è al centro dell’attenzione dell’Istituto da diversi anni ed è stata oggetto di un approfondito dibattito ad inizio anno in un convegno organizzato dall’Istituto con il patrocinio dal Comune di Mazara del Vallo, della Provincia di Trapani e della Regione Siciliana. Nell’occasione era presente anche il Senatore Giuseppe Firrarello, Presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero al Senato. Sia il Senatore Firrarello che il Senatore Nino Randazzo, entrambi siciliani, hanno riguardato con grande interesse la questione del COMITES di Tunisi, la cui mancanza rappresenterebbe una sottovalutazione del lavoro sin qui svolto dalla comunità italiana in Tunisia. In atto la cosiddetta “bozza” disposta dal Senatore Tofani sulla base dei disegni di legge presentati al Senato prevede una soglia di 5.000 italiani residenti, per la formazione dei Comitati in Africa. Al 4° comma dell’art.1 è necessario prevedere, quantomeno per i Paesi africani, la riduzione a 3.000 residenti nel Paese, ancorché a 5.000 come in atto previsto, per istituire almeno un Comites nel Paese. In tal modo verrebbe garantita l’esistenza del Comites in Tunisia Per quanto concerne il processo di riforma del CGIE, Luciani si è dichiarato estremamente preoccupato della piega che sta prendendo. Da sempre le questioni e la forza stessa espressa dalle comunità all’estero è stata rappresentata dai suoi diretti referenti in Italia nelle loro Regioni e nei Comuni di provenienza: Associazionismo, Patronati e Sindacati e dalle omonime forme associative a cui le comunità hanno dato vita nei Paesi di residenza. Luciani ha evidenziato inoltre che è inimmaginabile pensare all’esistenza del CGIE senza che siano presenti le rappresentanze in Italia del Mondo dell’Associazionismo, dei Sindacati e dei Patronati.