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Cittadinanza oriundi e circoscrizione estero: l'editoriale di Luciani (IIFS) apre il III numero di ‘Oltreoceano’

"Cittadinanza, oriundi e circoscrizione estero": questi i temi al centro dell'editoriale di Luciano Luciani, Presidente dell'Istituto Italiano Fernando Santi, che apre il terzo numero 2013 di "Oltreoceano", periodico d'informazione dell'Istituto.
"Con l'editoriale di Oltreoceano, numero 1 Aprile 2013 (http://www.iifs.it/oltreoceano.htm) - scrive il Presidente Luciano Luciani - abbiamo posto al centro il cittadino e cioè colui che nasce in un qualsiasi Paese, ricevendone la lingua, l'educazione, la cultura e le connesse tradizioni; il conseguente diritto di suolo è strettamente legato all'esistenza di tali condizioni, che valgono per gli italiani all'estero, che ne fruiscono nel Paese di migrazione e dovrebbe valere per circa un milione di giovani nati in Italia da genitori stranieri".
Luciani rileva che "diventa pertanto questione assai complessa la riforma della cittadinanza, che riguarda anche il fenomeno migratorio in uscita ed in entrata. Nella circostanza è stato evidenziato che, per quanto riguarda gli italiani all'estero, il buon senso e la riflessione dovrebbe portare ad una distinzione tra italiani e oriundi italiani. Gli italiani sono quelli che vivono e calpestano il suolo italiano e semmai a quelli di prima o di seconda generazione, che mantengono collegamenti con l'Italia, può essere garantito il riconoscimento della cittadinanza italiana".
Precisa il Presidente dell'Istituto Italiano Fernando Santi che "non serve una platea di milioni di cittadini italiani, tali sol perché i loro avi risiedevano in Italia. Tale situazione peraltro determina perverse situazioni, che penalizzano gli italiani di prima e seconda generazione, ai quali, per l'eccessiva platea esistente, vengono preclusi diritti fondamentali, quali l'assegno sociale, la sanità garantita dopo il novantesimo giorno in Italia e altri provvedimenti di carattere socio-assistenziale sanitario, assicurati ai cittadini in Italia. La questione ancor più grave è che coloro, decine e decine di milioni di persone, particolarmente nelle due Americhe, che esprimono modelli culturali, costumi, moda, sistema di alimentazione simili alle migliori tradizioni italiane e che rappresentano la vera forza, nell'economia, nelle istituzioni e nel mondo della cultura dei diversi Paesi - inquadrabili nella categoria giuridica, tutta da definire, di oriundi italiani - non hanno alcun riconoscimento del loro status giuridico e pertanto non possono svolgere un ruolo strategicamente più funzionale".
"Lo scorso 26 giugno – continua nell'editoriale Luciani - è stata convocata l'assemblea plenaria del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero) e malgrado fosse all'ordine del giorno il tema della cittadinanza e fosse noto l'editoriale 1/2013 della rivista Oltreoceano dell'Istituto, con al centro il tema degli oriundi italiani, ampiamente ripreso dalla stampa specializzata, i componenti del CGIE si sono ben guardati dall'affrontare questa importante questione che ormai è centrale, in quanto sono venuti al pettine diversi problemi nati con l'approvazione di leggi demagogiche, tuttora esistenti, quali il mantenimento del diritto di sangue per generazioni, il voto per corrispondenza e la rappresentanza parlamentare estera, che hanno finito per determinare ulteriori danni nell'articolazione della vita democratica delle Associazioni che in Italia lavorano per rappresentare i diritti degli italiani all'Estero e di quelle che nei Paesi di accoglienza operano per un utile e sano interculturalismo tra la comunità di accoglienza e i nuovi residenti".
"Anche la rappresentanza parlamentare che nel corso delle diverse legislature è apparsa sempre più inadeguata per affrontare i diversi e più complessi problemi determinatisi, ha finito per indebolire le rappresentanza associative e il corretto e secolare circuito democratico tra le associazioni in Italia e quelle all'estero".
"Pertanto - sostiene Luciani - non c'è da stupirsi se tutti i "saggi" si siano dichiarati all'unanimità d'accordo per la soppressione della Circoscrizione Estero e la conseguente rappresentanza parlamentare eletta all'estero; ciò mentre il Presidente Napolitano torna a sollecitare 'avanti con le riforme'".
"Dinanzi a due diverse e completamente distinte realtà migratorie italiane, europea ed extraeuropea - conclude Luciani - soltanto un gruppo dirigente adeguato e attento alle diverse realtà può disegnare un progetto alternativo che consenta ai "veri" italiani all'estero, e non a quelli che si sono avvalsi di leggi demagogiche per ottenere la cittadinanza e un passaporto valido per l'Europa, di mantenere una minima rappresentanza politica parlamentare che sia espressione di poche centinaia di migliaia di cittadini italiani residenti all'estero e nel contempo di decine di milioni di oriundi italiani, che esprima e tuteli i loro interessi e quelli complessivi del popolo italiano, che delega, per tal fine, le proprie rappresentanze nel Parlamento italiano". (aise)