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Luciani (IIFS): Consulte e Organi di Rappresentanza degli Italiani all'estero

 

"L’Istituto Italiano Fernando Santi, unitamente alle sue articolazioni in Italia e all’estero e alle loro rappresentanze nella Consulte Regionali, ha posto con forza, nel corso degli ultimi anni, la questione del rapporto e del collegamento tra le Comunità di italiani residenti all’estero, l’Associazionismo e gli Organi di rappresentanza, quali i COMITES, il CGIE e le Consulte Regionali". Così Luciano Luciani, Presidente dell’Istituto Italiano Fernando Santi, nonché consultore degli emiliano romagnoli nel mondo, interviene sul ruolo delle Consulte regionali e degli organi di rappresentanza degli italiani all’estero, anche in vista dell’insediamento della Consulta degli emiliano romagnoli, in programma il 2 e 3 febbraio prossimi a Rimini.
"Il dibattito – afferma Luciani - si è concentrato sull’esigenza di ripristinare uno stretto collegamento, sia sul piano degli interessi da rappresentare che su quello organizzativo, tra le Associazioni nazionali, quelle regionali e quelle degli italiani all’estero e tra queste e i loro Organi di rappresentanza. Si è evidenziato che più è debole il rapporto tra l’Associazionismo e i loro Organi di rappresentanza, tanto più deboli diventano le Associazioni e gli stessi Organi di rappresentanza istituzionale. L’attuale situazione pone sempre con più evidenza l’inadeguatezza di tali organi, sia sul piano dell’organizzazione che dei poteri loro attribuiti. Già nel corso della preparazione dei lavori della Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo del dicembre 2000, - ricorda - nel condividere talune preoccupazioni manifestate dal Presidente della Commissione Esteri del Senato, Giangiacomo Migone, in rappresentanza dell’Istituto sottolineavo: "si rende necessaria ed urgente, da parte delle Associazioni nazionali, dei Partiti e delle Istituzioni, l'assunzione di chiare e responsabili posizioni a fronte delle questioni pendenti, le quali richiedono una grande capacità di riflessione e di elaborazione in relazione alle diverse prospettive che riguardano le scelte sul ruolo e sulle funzioni dei COMITES, del CGIE, dell'Associazionismo, dei Partiti, delle Regioni e delle altre Istituzioni italiane, nonché taluni fondamentali aspetti, come quello della partecipazione e della democrazia partecipativa in emigrazione, che sono connesse al sacrosanto diritto alla partecipazione al voto da parte degli italiani residenti all'estero e alla rappresentanza nel Parlamento e nel Governo Italiano"".
"L’Assemblea dell’Istituto Italiano Fernando Santi, - prosegue - sabato 12 dicembre 2000 a Roma, a conclusione dei lavori della Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo, evidenziava che "pur essendo state poste al centro del dibattito questioni estremamente importanti, quali l'esercizio del voto da parte degli italiani all'estero, sono apparsi assolutamente insufficienti sia i riferimenti relativi al ruolo dell'Associazionismo - che resta il collegamento essenziale delle diverse comunità - che quelli riguardanti il ruolo dei Consultori regionali, dei rappresentanti delle Associazioni, dei Sindacati e dei Patronati, i quali tutti costituiscono realtà fondamentali per raccogliere e valorizzare le significative esperienze sin qui maturate".
E ancora, alla vigilia della I Conferenza Stato – Regioni - Province Autonome -CGIE, nel marzo 2002 a Palermo, le più significative associazioni regionali siciliane e quelle di emanazione nazionale, su proposta dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi, approvavano un documento nel quale esprimevano "le loro perplessità in ordine: 1. al mancato collegamento e confronto, nella fase di elaborazione dei documenti e nei lavori della Conferenza, con le Consulte Regionali dell'Emigrazione, le quali hanno operato e operano istituzionalmente in Italia e all'Estero da oltre 40 anni a tutela della popolazione italiana emigrata nei Paesi europei ed extraeuropei, che rappresentano ed esprimono concretamente, unitamente alle Associazioni Regionali, la continuità di presenza e di azione a tutela delle Comunità italiane nel mondo; 2. al mancato riferimento, nei documenti elaborati, di ogni e qualsiasi ruolo e attività di promozione che oggi necessariamente svolgono e debbono ulteriormente potenziare le Consulte Regionali e l'Associazionismo Regionale a tutela delle Comunità italiane fuori d'Italia; 3. all’auto-referenzialità che va attribuendosi il CGIE in ogni occasione e circostanza utile, come peraltro si legge anche nel documento del tavolo tematico 4, ove si ipotizza il potenziamento del CGIE in senso regionalistico, minimizzando il ruolo delle Associazioni Nazionali, di quelle Regionali e delle Consulte Regionali, che deve essere invece rilanciato e sviluppato anche in raccordo con il CGIE, il quale, proprio in mancanza del verificarsi di tali condizioni, è destinato, con l'elezione delle rappresentanze parlamentari estere, a vedere compressa la propria azione e la propria sfera di influenza"".
"Nel corso dei lavori della I Conferenza Stato – Regioni - Provincie Autonome -CGIE del marzo 2002, in rappresentanza dell’Istituto – sottolinea ancora Luciani - evidenziavo che nella bozza del documento finale mancava ogni riferimento alle Consulte Regionali e alle Associazioni Regionali ed inoltre che l’azione policentrica sviluppata talvolta dal CGIE, che marginalizzava il ruolo delle Consulte Regionali e dell’Associazionismo, avrebbe finito per indebolire la stessa funzione di rappresentanza del CGIE.
Il documento finale approvato, oltre ad un breve richiamo alle Consulte Regionali inserito a seguito del suddetto intervento, individuò come obiettivo prioritario una legge quadro in materia, la modifica alla legge del CGIE, l’istituzione del Fondo Monetario, lo Sportello Unico per l’internazionalizzazione e il Segretariato permanente della Conferenza". "A distanza di oltre un anno, - continua - il 19 novembre 2003, il Segretario Generale del CGIE, Franco Narducci, presentando la relazione all’Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, avvertiva l’Assemblea sulla necessità di avviare una riflessione sul ruolo del CGIE e "sulle difficoltà deludenti che viviamo da diversi mesi" per ritardi e disattenzioni delle Istituzioni, evidenziando, altresì, che il CGIE "deve rivedere criticamente le proprie strategie e propositi". Gli obiettivi programmatici posti dalla I Conferenza sono stati poi disattesi, sia nella fase preparatoria e di elaborazione della II Conferenza che conseguentemente nel corso dei lavori della II Conferenza stessa, tenuta nel 2005. La II Conferenza, vanificando la volontà delle sue norme istitutive, non ha espresso indirizzi e linee programmatiche e si è limitata ad individuare quattro aree tematiche da sviluppare e approfondire in vista della III Conferenza che si terrà nel 2008: riforma dello Stato, internazionalizzazione, lingua e cultura, socialità. In tale contesto, la linea che l’Istituto Italiano Fernando Santi persegue è quella che le Associazioni recuperino il ruolo fondamentale che loro spetta, di raccordo tra le Comunità e gli eletti e quello di collegamento e di confronto con i COMITES, le Consulte regionali e il CGIE".
Si rende pertanto necessario e urgente, secondo il Presidente dell’IIFS, "assicurare all’Associazionismo una maggiore presenza e partecipazione nell’organizzazione e gestione della Cabina di Regia della Conferenza Stato – Regioni - Province Autonome - CGIE, dei seminari tematici e della prossima III Conferenza del 2008. Nel corso degli ultimi anni un attacco ai poteri riconosciuti all’Associazionismo ed alle Consulte Regionali è stato più volte posto da talune Regioni, attraverso le leggi adottate e, dove ciò non è avvenuto, limitando il funzionamento e l’esercizio del ruolo delle Consulte e dei loro Organi esecutivi, mentre la determinazione delle rappresentanze del nuovo CGIE operata dal Governo nazionale veniva censurata dal TAR Lazio, paralizzandone l’attività".
"Le Consulte – per Luciani - restano comunque oggi il più significativo strumento di azione e di collegamento tra le diverse realtà regionali e le comunità italiane all’estero. La nuova legge regionale sugli emiliano romagnoli nel mondo valorizza il ruolo della Consulta, dell’Associazionismo in Emilia Romagna e all’estero, degli Enti Locali, delle Istituzioni culturali, segnando una precisa inversione di tendenza nella legislazione più recente. Spetta alle rappresentanze della Regione Emilia Romagna, che esprime la Presidenza della Conferenza Stato – Regioni - PA, farsi carico di sollecitare e promuovere un percorso che caratterizzi marcatamente questa tendenza, nelle diverse realtà territoriali, per recuperare il terreno perduto". "I Consultori – conclude - che si andranno ad insediare a Rimini, nei giorni 2 e 3 febbraio 2007, con la capacità di guida e di impegno del Presidente Silvia Bartolini, sapranno sviluppare il loro ruolo e porsi all’avanguardia del dibattito politico, che dovrà segnatamente riguardare il rapporto tra le comunità italiane, l’Associazionismo e le rappresentanze parlamentari elette all’estero, le Istituzioni italiane e gli Organi di rappresentanza degli italiani all’estero, nonché il nuovo impianto legislativo dei COMITES, del CGIE e delle Consulte Regionali". (aise)