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Nasce a Palermo il Forum delle associazioni per l’immigrazione: subito la consulta degli immigrati e poi la legge regionale
PALERMO\ aise\ - Oltre venti rappresentanti di associazioni, enti, ordini professionali, che lavorano nel campo dell’immigrazione a Palermo, hanno aderito ieri all’invito dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi e del Comitato UISP di Palermo per un incontro, svolto nella UISP di Via Sella, che ha avuto lo scopo di promuovere nuove risposte alla sempre maggiore richiesta di integrazione, cooperazione e cittadinanza anche alla luce dell’emergenza riguardante i nuovi flussi migratori che sta vivendo la Sicilia.
Durante l’incontro, è stato sottolineato l’apporto della rete delle associazioni che accompagnano i migranti nel percorso di superamento degli ostacoli burocratici, economici e sociali che si frappongono a un normale inserimento sociale, associativo e politico. Fondamentale anche il ruolo che i rappresentanti di tali enti stanno svolgendo ai vari tavoli cittadini, provinciali e regionali per la costruzione di politiche che contrastino lavoro nero, marginalità sociale e criminalità organizzata.
Per i rappresentanti delle associazioni, poi, è "indispensabile" che le istituzioni, soprattutto la Regione Siciliana, avviino una politica di ampio respiro. A tal proposito è stato ritenuto "insufficiente" da più parti il contributo regionale all’emergenza che la Sicilia ha vissuto in questo periodo di sbarchi principalmente a Lampedusa.
Il Consigliere Comunale di Palermo e rappresentante della UISP, Rosario Filoramo, ha ricordato il grande lavoro che la UISP ha svolto nel territorio: "oltre la metà dei frequentatori del nostro centro sono cittadini stranieri e ogni giorno ci confrontiamo con il bisogno di accompagnare loro e le famiglie nel percorso di una piena cittadinanza". Filoramo ha inoltre evidenziato i temi del diritto alla casa, del diritto e dell’orientamento al lavoro.
Pippo Cipriani, Coordinatore nazionale dell’Istituto Italiano Fernando Santi, ha sostenuto che "occorre un nuovo corso da parte della Regione Siciliana nella costruzione di politiche che diano risposte concrete ad una regione ritornata prepotentemente al centro del Mediterraneo a seguito della nuova emergenza. Il Governo Regionale – ha proseguito - deve velocemente varare una legislazione adeguata per poter lavorare concretamente e garantire un corretto svolgimento della vita civile considerato che ad oggi purtroppo manca una legge regionale sul’immigrazione". Cipriani ha inoltre sottolineato che occorre revisionare la legislazione in materia di siciliani nel mondo.
Nel suo intervento, il Presidente dell’Istituto Italiano Fernando Santi e Consultore regionale dell’emigrazione e dell’immigrazione della Regione Siciliana, Luciano Luciani, ha definito "apprezzabile l’intento dell’Assessore Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, Andrea Piraino, di volere una legge organica regionale per i migranti. Nell’attesa e in preparazione occorre con un articolo unico creare una Consulta regionale per i cittadini immigrati in Sicilia che possa contribuire alla stesura della legge stessa".
"Ritornando alle questioni generali - ha aggiunto Luciani - è insopportabile che bambini che nascono nella nostra terra debbano attendere oltre 18 anni per acquisire la cittadinanza. Lo ius sanguinis risulta oggi assolutamente inadeguato alle esigenze delle nuove cittadinanze e andrebbe certamente contemperato con una espansione dello ius soli. Stiamo facendo crescere giovani immigrati in Italia senza riconoscere, all’atto della nascita in Italia, l’immediato diritto di cittadinanza, decisivo per sentirsi parte integrante della Nazione. Il ragionamento da fare sulla cittadinanza italiana, sia in sede politica che legislativa, deve essere unico per gli italiani all’estero e per le comunità immigrate. Anche in materia di cittadinanza occorre trovare il coraggio di affermare che il diritto di sangue, ai fini del riconoscimento della cittadinanza italiana, può essere fatto valere sino alla seconda generazione di nati all’estero".
"Il riconoscimento della cittadinanza a distanza di generazioni tra loro lontane – per Luciani – può diventare occasione per possibili strumentalizzazioni per lavorare o viaggiare in altri Paesi europei e per appesantire il nostro precario welfare. L’attuale legislazione sulla cittadinanza italiana costituisce certamente un ostacolo per avviare un provvedimento di legge che assicuri l’assegno sociale ai cittadini all’estero in possesso della cittadinanza italiana. Anche per questo – ha concluso Luciani - va rafforzato il principio del diritto di suolo per i nati in Italia, alla stregua degli altri Paesi che tutelano e riconoscono la cittadinanza a chi nasce sul loro territorio".
Tutti i presenti hanno convenuto sulla necessità di trasformare i lavori del tavolo in un Forum delle Associazioni per l’immigrazione aperto a tutti per meglio dare un contributo continuo alle istituzioni e agli accordi quadro di programma, che la Regione, le Province e i Comuni stanno varando, promuovendo un ulteriore protagonismo dei cittadini immigrati che debbono farsi rappresentanti e interpreti dei loro bisogni in un momento in cui la società siciliana non può che aprirsi al grande contributo che viene dall’esperienza degli immigrati in una terra, la Sicilia, che ha conosciuto in passato essa stessa grandi stagioni di emigrazione.
Il Forum seguirà il lavoro dei tavoli cittadini, provinciali e regionali sull’immigrazione e tornerà a riunirsi, venerdì 20 maggio alle 18,30, ancora nei locali della UISP. (aise)