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Dall'AREF in merito alla formazione professionale in Sicilia

Comunicato stampa dell'Associazione Regionale degli Enti di Formazione Professionale operanti in Sicilia

A seguire il testo fatto pervenire alla V Commissione, Cultura, Formazione e Lavoro dell’Assemblea Regionale Siciliana, mercoledì 30 luglio 2014.

Nel corso della giornata il Presidente dell’AREF, Dott. Luciano Luciani, si è incontrato con il Presidente della V Commissione, On.le Marcello Greco, evidenziando l’esigenza di una seria riflessione in ordine a taluni pessimi contenuti del disegno di legge di riforma della formazione professionale. Inoltre ha evidenziato l’urgenza di bloccare il perverso meccanismo che si è determinato attraverso le controversie giudiziarie con un emendamento alla legislazione regionale vigente e/o quella in itinere, che possa consentire il pagamento delle mensilità arretrate dovute ai lavoratori, utilizzando economie di gestione verificatesi nelle annualità pregresse, in presenza di contenziosi, nonché di accogliere le richieste inevase di CIG in deroga dell’anno 2013, con le risorse messe recentemente a disposizione dal Ministro Poletti, dando priorità al comparto della formazione professionale, fortemente penalizzato nell’anno 2013.

Palermo, lì 30/07/2014

Alla V Commissione Cultura, Formazione e Lavoro
Assemblea Regionale Siciliana

È veramente imbarazzante e difficoltoso, per la nostra organizzazione, rilevare che il Governatore della Sicilia, l’Assessore Scilabra e i loro amici del cerchio magico stanno strumentalizzando questioni strategiche per le politiche attive del lavoro e del welfare, al fine di distogliere l’attenzione dei responsabili politici e istituzionali relativamente allo sfacelo che è stato deliberatamente prodotto nel comparto dei servizi e delle attività formative, che ha portato al disastro di Enti e migliaia di lavoratori e delle loro famiglie.

Riteniamo questione mistificante quella di far apparire come una risposta, da parte del Presidente della Regione, ai siciliani e dell’Assessore, ai giovani della sua generazione, di aver realizzato in Sicilia piani e programmi che sono parte integrante del piano operativo nazionale e dei programmi del Fondo Sociale Europeo.

Il piano operativo nazionale prevede l’apprendistato, prevede tirocini, prevede incentivi all’occupazione e al lavoro autonomo, come prevede la promozione del piano giovani e del piano garanzia giovani in Sicilia e nelle altre Regioni.

Prima di affrontare i problemi della gestione dei servizi e della formazione professionale in Sicilia vogliamo esprimere il nostro lapidario giudizio riguardante il disegno di legge sul sistema regionale di istruzione e formazione professionale che dovrebbe produrre novità e innovazioni in questi strategici comparti della società siciliana.

Non si è scoperto nulla perché, come sopra evidenziato, esistono interventi europei, norme nazionali e regionali, per cui non costituisce novità l’esistenza di strumenti come quelli sopra indicati: apprendistato, tirocini, incentivi all’occupazione e al lavoro autonomo, ecc.

Così il sistema dei voucher non aspettava di essere inventato dall’attuale Governo della Regione, perché è stato adottato in passato, presentando forti criticità, quali il pagamento a conclusione dell’attività commisurato all’effettiva presenza degli allievi, non assicurando sicurezza agli Enti formativi e più che mai agli Istituti scolastici, che si pretende di coinvolgere, per il pagamento degli emolumenti ai docenti.

La vera novità consisterebbe nel penalizzare i tanto bistrattati Enti di formazione, e gli altri partners dell’azione formativa collegiale, di un ulteriore 30% qualora non trovino occupazione ai discenti entro 120 giorni dal completamento dei corsi.

L’Assessore risolverebbe così il secolare problema della disoccupazione e mancanza di lavoro in una importante Regione del Mezzogiorno, affidandone la soluzione al “verminaio” degli Enti di formazione, che in realtà è stato ripulito grazie alle indagini avviate anni or sono e agli interventi della magistratura.

Relativamente alle azioni formative, queste dovrebbero essere condotte dagli Enti assieme alle aziende e agli Istituti scolastici che naturalmente, per la loro posizione istituzionale, non possono avventurarsi in siffatte operazioni, che anche gli Enti di formazione non sono in grado di sostenere.

Ci si chiede, peraltro, se una norma regionale può modificare disposizioni europee e nazionali, che vedono come destinatari delle attività formative gli Enti di formazione che, in quanto tali, nella loro attività condotta singolarmente, a seguito delle norme proposte dall’Assessore Scilabra, sarebbero di fatto disabilitati a gestire attività formative nei modi e con i finanziamenti disposti dall’Unione Europea.

Quella di affidare servizi e attività formative ai Liberi consorzi e alle Città metropolitane, frazionati ulteriormente da 9 a 12 Enti Locali, rappresenta un irrisolvibile duplice errore strategico, sia per l’inesistenza in atto di questi Enti Locali, che dovrebbero essere organizzati per razionalizzare la spesa sul territorio e garantire servizi efficienti e collaudati ai cittadini, sia perché il Governo nazionale sta pensando di riformare il sistema, in quanto l’eccessivo frazionamento dei finanziamenti nei territori delle altre 101 Province italiane non ha prodotto, né poteva dare, i risultati attesi. Pertanto la programmazione, gli interventi e la gestione delle attività formative a livello sub-regionale, dovrà prevedere ambiti territoriali di vasta area (ad esempio 3-5 in Sicilia).

Si abroga la legge 24/1976 e si eliminano le garanzie assicurate agli Enti e ai lavoratori lasciando il vuoto normativo, proprio quello indispensabile per sterminare definitivamente Enti e personale.

Viene prevista una concertazione sociale, dove gli Enti datoriali addirittura vengono esclusi, quando il confronto nelle altre Regioni avviene a livello bilaterale tra Enti datoriali e Regione o tra Confindustria e Regione.

A tal proposito, dispiace leggere sulla stampa affrettati giudizi da parte di taluni dirigenti di Confindustria Sicilia, i quali, da una lettura più attenta del disegno di legge, si renderebbero conto che nessuna azienda o industria siciliana si avventurerebbe a dare sostegno a siffatte congegnate azioni formative.

Il nostro futuro è quello di avviare un percorso e un confronto diretto e continuo con il Ministero del Lavoro per adeguare la potestà legislativa speciale in materia di lavoro alle norme nazionali, avvicinando la legislazione regionale a quella nazionale, riformando il sistema in sintonia con la riforma che il Governo e il Ministero del Lavoro intendono attuare al più presto.

Vanno, invece, attenzionati e risolti i problemi della gestione dell’esistente e i danni recenti e meno recenti che sono stati provocati.

Un comparto così delicato non può essere gestito solo dall’Assessore Scilabra e dagli amici del cerchio magico del Presidente della Regione.

Peraltro, attenzionando le questioni più lontane, occorre porre rimedio ai danni provocati durante la gestione della dott.ssa Patrizia Monterosso, la quale, malgrado le consistenti sanzioni pecuniarie e i gravi rilievi della Procura della Corte dei Conti siciliana, continua a prestare servizio e ad incidere sulle sorti della Sicilia, come diretto e stretto braccio operativo del Presidente della Regione. La stessa, in qualità di Dirigente Generale del Dipartimento Formazione Professionale, non è stata in grado di attuare, nell’anno 2010, con il Fondo Sociale Europeo, la “Linea 2”, per cui il personale dipendente e gli Enti che avevano programmato correttamente le attività formative sulla base delle direttive impartite dal Dipartimento, sono rimasti privi di incarico, con conseguenti azioni giudiziarie del personale che vedono come soccombente finale l’Assessorato Regionale, che dovrà pagare gli stipendi spettanti al personale.

È stato respinto, inoltre, un piano straordinario di 50 milioni di euro, durante la gestione Monterosso, che il Ministero del Lavoro aveva assicurato alla Sicilia, dopo aver garantito altrettante somme agli Enti a carattere nazionale, per ripianare oneri, spese e passività residue non coperte dalle annualità pregresse.

Si rende pertanto necessaria l’attivazione di procedure finalizzate ad assicurare tali risorse, sottratte agli Enti e al personale, durante la gestione Monterosso.

Anziché stigmatizzare l’operato del Servizio Gestione del Dipartimento Formazione Professionale, che sta facendo miracoli malgrado il trasferimento di tutto il personale prima e delle poche unità di cui dispone in atto, l’Assessore e il Dirigente Generale dovrebbero stabilire un diuturno rapporto e confronto costruttivo. Risulterebbe che sono disponibili consistenti economie di gestione di precedenti annualità.

Basterebbe un emendamento alle disposizioni esistenti, che stabilisca l’utilizzo immediato delle suddette economie di gestione in presenza di un giudicato che condanna la Regione al pagamento degli emolumenti dovuti al personale, lasciando così effettivamente indenni gli Enti.

In atto avviene che un dipendente per vedere riconosciuti i propri diritti deve azionare un giudizio che, pur in presenza di una condanna della Regione, vede obbligato l’Ente ad anticipare le somme dovute dalla Regione Siciliana. Il dipendente attiverà un precetto, un’azione esecutiva, chiederà l’assegnazione delle somme pignorate. Saranno così realizzate quattro fasi giudiziarie che implicano spese legali e onori giudiziari.

A sua volta l’Ente gestore, per recuperare dalla Regione le somme anticipate, caricandole di ulteriori oneri ed interessi, attiverà un precetto, un pignoramento e chiederà l’assegnazione delle somme, promuovendo altre tre fasi giudiziarie, caratterizzate da spese giudiziarie e legali.

In atto tantissimi lavoratori, titolari di crediti nei confronti della Regione per aver ottenuto sentenze a loro favorevoli, attivando le procedure, stanno mettendo in crisi gli Enti, pignorando somme agli Enti, a loro stessi e ai colleghi, dovute per gli stipendi correnti.

Tale situazione fa lievitare costi che, in atto, prudenzialmente, se non si ferma tale catastrofe, in relazione al contenzioso esistente, viene stimato in oltre 200 milioni di ulteriori oneri a carico dell’obbligato finale e cioè della Regione Siciliana.

Relativamente alla CIG in deroga, nei giorni scorsi il Ministro del Lavoro ha dimostrato di essere più saggio di tutti e con decreto ha disposto che siano resi disponibili ulteriori 400 milioni di euro alle Regioni per far recuperare la CIG in deroga ai lavoratori che nell’anno 2013 non ne hanno fruito.

Si rende necessario, pertanto, che la V Commissione, in coerenza e in continuità alla risoluzione n.12 dell’anno 2013, ribadisca, con altra risoluzione, in aggiunta a quanto evidenziato e ritenuto opportuno dalla stessa Commissione, che tali risorse siano utilizzate prioritariamente a favore del comparto della formazione professionale, penalizzato nel 2013 dall’attuale gestione e da improbabili determinazioni che hanno escluso, con assurde e inconsistenti motivazioni, attualmente all’esame della Procura della Repubblica di Palermo, dalla CIG in deroga i lavoratori della formazione professionale, i cui stipendi non hanno trovato copertura a seguito della riduzione dei finanziamenti della seconda annualità del Piano Giovani.

Ci auguriamo che nel corso della mattinata di oggi, 30 luglio 2014, l’Assessore abbia presentato a questa Onorevole Commissione le linee direttive attraverso le quali verrà gestita l’attività formativa della terza annualità, che avrebbe dovuto prendere avvio l’8 giugno 2014, e che gli Enti, a causa delle riduzioni dei finanziamenti che dovranno subire, non debbano rinunciare alla gestione delle attività formative, dichiarando lo stato di crisi aziendale.

Il Presidente
Luciano Luciani